La cantina, di generazione in generazione
Una famiglia da sempre fortemente legata alla sua terra. Se si potesse riassumere la famiglia Marini in una frase, questa sarebbe quella più adatta. E anche il soprannome che dà il nome all’azienda, Cardocchia, sintetizza questo legame, tenace e ostinato come quello del cardo, radice coriacea difficile da estirpare dal terreno.
Il primo fondatore dell’azienda vitivinicola Cardocchia fu il padre di Giovanni, il nonno di Gioele e Michela, Almerigo Marini, che iniziò a tramandare la nobile arte del vino, alle generazioni future.
La Cantina
La moderna struttura che ospita la cantina, decorata dagli enormi affreschi dell’artista rumeno Lucian Minecan, si trova a Montedinove, comune della parte meridionale del Piceno, zona da sempre vocata per la produzioni di vini di gran carattere e personalità.
I circa 1000hl prodotti provengono da uve raccolte in vigneti che nascono su terreni a medio impasto, per lo più argillosi, tra montagna e costa, sulle dolci colline picene, che spesso, quando il cielo è terso e la foschia si distrae, scoprono il mare, distante non più di una ventina di chilometri.
La cantina, di generazione in generazione
Una famiglia da sempre fortemente legata alla sua terra. Se si potesse riassumere la famiglia Marini in una frase, questa sarebbe quella più adatta. E anche il soprannome che dà il nome all’azienda, Cardocchia, sintetizza questo legame, tenace e ostinato come quello del cardo, radice coriacea difficile da estirpare dal terreno.
Il primo fondatore dell’azienda vitivinicola Cardocchia fu il padre di Giovanni, il nonno di Gioele e Michela, Almerigo Marini, che iniziò a tramandare la nobile arte del vino, alle generazioni future.
La Cantina
La moderna struttura che ospita la cantina, decorata dagli enormi affreschi dell’artista rumeno Lucian Minecan, si trova a Montedinove, comune della parte meridionale del Piceno, zona da sempre vocata per la produzioni di vini di gran carattere e personalità.
I circa 1000hl prodotti provengono da uve raccolte in vigneti che nascono su terreni a medio impasto, per lo più argillosi, tra montagna e costa, sulle dolci colline picene, che spesso, quando il cielo è terso e la foschia si distrae, scoprono il mare, distante non più di una ventina di chilometri.